Gen di Hiroshima

Keiji Nakazawa

1104 pagine in bianco e nero e a colori

 Cartonato olandese

 Prezzo: 42,00 euro

 ISBN: 9788897846635

“La cosa più orribile era la crescita delle larve in mosche. C'erano così tante mosche! Diventata tutto così nero che quasi non potevi aprire gli occhi. E ti attaccavano! Nonostante la bomba atomica, le mosche aumentavano. È strano, ma le larve erano velocissime.

In un batter di ciglia erano ovunque. Orribile, davvero. E quelle larve crescevano in quel modo nei corpi delle persone! Se ti chiedevi cosa fossero quelle macchie che si muovevano nel cielo, era stormi di mosche. Le sole cose che si muovevano a Hiroshima erano le fiamme dei corpi bruciati e le mosche in sciami.”


Gen di Hiroshima è una delle più intense e drammatiche testimonianze autobiografiche della catastrofe nucleare avvenuta a Hiroshima nel 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale. Il suo autore, poco più che bambino all'epoca, racconta la perdita della propria famiglia in seguito allo scoppio della bomba atomica e le conseguenze della catastrofe sulla popolazione giapponese. Tradotto in 17 lingue e adattato per il cinema e la televisione, 001 porta finalmente in Italia l'edizione integrale di questo grande classico in 3 volumi arricchiti da una nuova traduzione e un importante apparato critico, a firma di Marcella Mariotti e Tiziana Vaschi dell'Università Ca' Foscari di Venezia, e realizzati in collaborazione con la Japan Foundation, l'Istituto Giapponese di Cultura.

Il manga di Keiji Nakazawa oltre a fornire una cronaca spietata della disumana quotidianità del dopobomba, rappresenta un appassionato grido di ribellione contro ogni forma di conflitto, ritraendo i devastanti effetti della bomba atomica sulle vite della popolazione giapponese con l'obiettivo dichiarato di ricordare ciò che è accaduto affinché non si ripeta mai più.

L'opera è stata adattata in una trilogia cinematografica tra il 1976 e il 1980, in due film d'animazione (rispettivamente del 1983 e del 1986) e in una fiction televisiva nel 2007. Nazakawa, dal canto suo, è stato protagonista di due documentari: White Light/Black Rain: The Destruction of Hiroshima and Nagasaki, prodotto dalla HBO nel 2007 e diretto da Steven Okazaki, e Barefoot Gen's Hiroshima (2011), diretto da Yuko Ishida.

Presentazione del volume giovedì 11 dicembre presso Ca' Foscari (aula magna Ca' Dolfin). Evento coordinato dalla prof.ssa Marcella Mariotti, parteciperanno l'editore Antonio Scuzzarella e i maggiori esperti di letteratura sulla bomba atomica.

L'autore

Keiji Nakazawa nasce a Hiroshima nel 1939 e vive sulla propria pelle l'acuirsi del conflitto globale fino al drammatico apice, con l'esplosione dell'ordigno nucleare sulla città natale il 6 agosto 1945. Al crollo della sua abitazione sopravvivono solo la madre, con una figlia in grembo (nata prematura per lo shock e morta quattro mesi dopo), e due fratelli. Il padre, la sorella Eiko e il fratello Susumu rimangono schiacciati dalle macerie in fiamme. Dopo la tragica esperienza e un'infanzia di stenti, il futuro mangaka si diplomerà alla scuola media, dove scoprirà i kamishibai (“dramma di carta”) ovvero dipinti animati realizzati dai monaci buddhisti per educare i fedeli analfabeti, e i fumetti, con La nuova isola del tesoro di Osamu Tezuka. Nel 1961, all'età di 22 anni e con l'equivalente di 500 euro in tasca, Nakazawa si trasferisce a Tokyo per intraprendere la carriere di autore di fumetti, iniziando a lavorare nello studio di Daiji Kazumine. Due anni dopo farà il proprio debutto professionale sulle pagine di Shōnen Gaho con Spark 1, una storia di corse d'auto e spionaggio industriale. Tutta la sua prima produzione non presenta tracce delle esperienze giovanili, l'autore infatti è determinato a intraprendere un nuovo inizio a Tokyo, cercando di dimenticare il terribile passato. Ma nel 1966, dopo poco più di un anno dal matrimonio con Misayo Yamane, la morte della madre lo costringe a confrontarsi con le sue memorie. Nakazawa rimane shoccato da un particolare: dopo la cremazione tradizionale le ossa si erano polverizzate a causa degli effetti delle radiazioni, senza lasciare traccia della defunta.

Ritornato a Tokyo, l'autore decide di sfogare su carta il rancore, raccontando in Kuroi Ame ni Utarete (“Sotto la pioggia nera”) la miserabile vita dei sopravvissuti di Hiroshima coinvolti nel mercato clandestino.

Nonostante il rifiuto di vari editori e la pubblicazione della storia sotto l'etichetta di fumetti per adulti Manga Punch, il positivo riscontro da parte dei lettori lo persuade a dare un seguito all'esperienza, pubblicando altre

storie sul tema del dopobomba, la cosiddetta “serie nera”, contraddistinta da una forte vena polemica e antimilitarista. Nel contempo, Nakazawa inizia a pubblicare storie per ragazzi sul magazine Weekly Shonen Jump, creando la serie Moero Guzuroku, serie dedicata a un ragazzo sfortunato che guadagnerà il proprio riscatto come fantino. Nel 1970, con lo scoppio della guerra in Vietnam, propone a Weekly Shonen Jump una nuova opera legata alle conseguenze della bomba atomica, Aruhi Totsuzen ni, in cui i protagonisti sono i sopravvissuti allo scoppio di Hiroshima a cui è stata diagnosticata la leucemia a distanza di anni. La storia commuove i lettori e nel 1972 Nakazawa, su invito del suo editor, pubblica una prima storia autobiografica sulla propria esperienza di vittima della Seconda Guerra Mondiale: Ore wa mita, a cui seguirà subito dopo il suo capolavoro, Gen di Hiroshima. L'opera, inizialmente pubblicata settimanalmente sulla rivista dell'editore Shueisha, viene interrotta dopo un anno e mezzo, a causa dei contenuti ritenuti troppo forti per un magazine giovanile. Nel 1975 riprenderà le uscite su altri periodici, mentre un nuovo editore, Choubunsha, ne stamperà un'edizione in 10 volumetti che, dopo la sua conclusione (nel 1985), diventerà in breve tempo un successo internazionale. In seguito l'autore firmerà altre opere orientate su temi antimilitaristi e antinucleari, fino al suo ritiro, nel settembre 2009, a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Si spegnerà a Hiroshima, nel dicembre 2012.