Le Cardamomò sono un gruppo quasi interamente al femminile, reduci da una tournée che le ha viste protagoniste negli Stati Uniti.
Il 12 dicembre si sono esibiti anche durante l'evento "COSE AL BUIO" che si è tenuto al Museo Macro Testaccio di Roma.

Le Cardamomò nascono nel 2010. Come avviene l'incontro? Quali esigenze musicali hanno cercato e cercano tuttora di ricercare e portare al pubblico?
Inizialmente Le Cardamomò erano tre donzelle unite dall'amicizia e dal piacere di suonare insieme.

In particolare Gioia e Marta ai tempi condividevano lo studio del raro strumento che utilizziamo, che è l'organetto e lo suonavano in diversi progetti, dall'orchestra popolare al circo, alle fiabe musicate per bambini.

A loro si è unita Antonia, cantante barocca e violinista e dopo qualche tempo Ivan, trombettista e chitarrista nonché cantautore.

A partire da quel giorno abbiamo portato il nostro repertorio di musiche rivisitate e canzoni inedite, rigorosamente acustico, in giro per l'Italia e all'estero. E non abbiamo mai smesso. 

L'esigenza più grande è "l'acusticità" dei nostri strumenti e la peculiarità della nostra musica: il respiro dell'organetto, il profumo del legno del violino, il rumore dei tasti del bombardino li rendono come vivi a chi li vede e li ascolta.

Inoltre, fondendo la musica con la teatralità e la capacità di evocare un'atmosfera di altri tempi abbiamo creato una performance empatica che le persone ricercano e dopo averla vissuta non la dimenticano.  



Ognuno di voi interpreta un personaggio, rappresentato da una maschera. Cosa rappresentano? Quanto queste maschere rispecchiano la personalità di ognuno di voi?
Le maschere rappresentano dei personaggi che sono nati dalle nostre "biofantasie", ovvero da pezzi di vita vissuta mescolati a invenzioni surreali: la cantante lirica che muove le migrazioni dei gabbiani con il suo canto; la dama di cristallo che vive in un ampolla di vetro e da questa osserva tutto dall'alto e viaggia per il mondo innamorandosene; una ragazza della Parigi anni '40 che incontra l'amore della sua vita una sera ballando la musette e poi lo perde; un musicista tzigano che racconta al pubblico una storia allegra e triste sull'amore.


I personaggi rispecchiano appieno sia il carattere che qualcosa del vissuto di ognuno di noi: Antonia è davvero una cantante lirica, Gioia davvero fragile, Marta, essendo attrice interpreta bene l'amante sconsolata di Parigi, Ivan è tzigano dentro.

Ma in più questi personaggi hanno dei poteri magici e quindi sono come dei super-eroi del passato.

Per noi non è importante dove inizia e dove finisce la fantasia, quanto il fatto che questi personaggi impressionino il pubblico e che ognuno si affezioni a loro, attraverso la musica, le storie, i volti, e ci porti sempre con sè.

Il vostro repertorio musicale spazia dalla musica italiana, toccando le note francesi e dell'Europa dell'Est, creando così un vostro sound. Qual è il brano che più vi rappresenta?
Sì, siamo voluti partire dalla musica popolare e da autori che si rifanno alla tradizione di varie parti d'Europa fino a comporre pezzi nostri originali che fondino le radici ma anche qualcosa di peculiare, nuovo e unico, che è il nostro suono.

La canzone che più ci rappresenta è sicuramente "Valse de Meduse", brano nostro ispirato agli antichi valse musette francesi, che ha musicato un videoclip omonimo ( https://www.youtube.com/watch?v=U0tpd2hxqic ) ed è al centro del nostro spettacolo di musica, ombre cinesi e video proiezioni "Valse de Meduse Show".https://www.youtube.com/watch?v=aAma9P5i7Do


Siete reduci da una tournée che vi ha visto protagonisti negli Stati Uniti. Raccontateci questa esperienza.
Per realizzare il nostro sogno di andare in America, siamo stati sostenuti da moltissime persone.

All'arrivo negli States siamo stati accolti da amici, fans che già ci conoscevano e apprezzavano e da uno "zio d'America" molto speciale.

Pensate che all'areoporto di Miami, Gigi, lo zio di Marta che ci ha ospitati per tutte la nostra permanenza, ci aspettava con uno stupendo pulmino Volsksvagen azzurro classe '71: il nostro "Cardavan" che da quel giorno ci ha accompagnati ovunque in concerti e esibizioni.

Dopo una settimana di successi in giro per Miami, abbiamo affittato un altro van (più moderno e resistente alle lunghe distanze) e siamo salpati alla via di New Orleans: tre giorni di viaggio e più di 1000 km percorsi per arrivare nella capitale della musica e in un'occasione speciale, i giorni di Halloween, in cui la città si riempie di persone mascherate che suonano, bevono e fanno festa... e tra quelle persone c'eravamo anche noi, ed è stato magico!


Poi di aneddoti sul nostro Tour, che è stato una vera e propria avventura, ce ne sono tantissimi!
E' per questo che Gioia ha pensato bene di scrivere e pubblicare un Giornale di Viaggio che riporta non solo le esperienze e le tappe del nostro viaggio tra Miami e New Orleans, ma anche diversi aneddoti, storie buffe e piccole avventure/disavventure, per poterle condividere con i nostri fans.

Una o due ve le raccontiamo qui: per esempio di quella mattina a Miami in cui Ivan e Marta vanno a correre per il quartiere.

Dopo diverse ore che non tornano, scopriamo che si erano persi, erano andati lontanissimo, e questo perché le strade erano tutte uguali: "Ho già visto quella casa, ho già visto quella cassetta della posta a forma di pesce, ho già visto questo incrocio..." .

Da allora ogni volta che passavamo in qualche luogo particolare, Ivan e Marta esclamavano: "Qui ci siam passati correndo!".

Per non parlare delle due o tre volte in cui, finita la benzina ci si è fermato il pulmino nei posti più assurdi e alle ore più improbabili, e allora sotto a chiamare amici in soccorso e a spingere il Cardavan per kilometri in salita fino alla stazione di servizio più vicina.

Una volta, arriviamo da un benzinaio alle 3 di notte e lui è talmente sorpreso e divertito nel vederci, che tira fuori il cellulare per farci una foto!

Se volete leggere altre storie, il giornale di viaggio è disponibile sul nostro sito e sarà presente come copia gratuita ai nostri live!


Qual è il palco che, negli Stati Uniti, vi ha dato più soddisfazione?
Bè, pur avendo suonato in date con più ampia risonanza come quella del Festival Hitweek a Miami, il palco che ci ha dato più soddisfazione è sicuramente quello della Lagniappe House, un bellissimo localino in stile retro, che la sera del nostro concerto si è riempito di persone e di un'atmosfera calda e piacevolissima.

Abbiamo suonato per ore, accolti come ospiti musicisti local, chiacchierato con persone meravigliose e raccolto nuovi immancabili fans. Sicuramente un grande successo e ce lo porteremo sempre nel cuore. 


Come vi siete sentiti nell'affrontare il pubblico statunitense? Quali differenze con quello italiano?
Già dal principio abbiamo avvertito una buona alchimia con gli americani: durante i nostri spettacoli le persone rimanevano letteralmente sbalordite per le atmosfere che evocavamo e i sapori di quel continente lontano e magico che rappresenta l'Europa "Fin de siècle" ed a fine concerto venivamo inondati da applausi e grida "awesome, great, wonderful!"
.

Ebbene sì, l'accoglienza americana è stata strepitosa, in un certo modo ci siamo sentiti esotici ai loro occhi.

Non dimentichiamoci che l'Italia detiene un primato di eccellenza in tutto il mondo e che negli Stati Uniti questa identità è in qualche modo amplificata.

Quello americano è, oltretutto un pubblico abituato e avvezzo allo show e alla spettacolarizzazione quindi non poteva non apprezzare lo spettacolo de Le Cardamomò, che è un piacevole collage di immagini, storie, musiche e effetti miscelati sapientemente e dal gusto surreale.  


Recentemente avete suonato al Museo Macro di Roma. Come Le Cardamomò sposano arte e musica?
Il nostro desiderio è quello fondere tutte le arti, e come Wagner aspiriamo ad un Gesamtkunstwerk, un 'opera d'arte totale in cui convogliano musica, teatro, drammaturgia, poesia, arti figurative ma anche  coreografia, scenografia, videoclip, grafiche, videoproiezioni, persino oreficeria!

Per noi Le Cardamomò sono un perfetto "contenitore di arti" in cui Gioia, Antonia, Ivan e Marta esprimono le loro poliedriche professionalità con personalità.

Qual è il vostro artista preferito?
Bè ne abbiamo diversi, ai quali ci ispiriamo: sicuramente Yann Tiersen ma anche Goran Bregovic, Stefan Delicq, l'Officina Zoè, Edith Piaf, Luis Gardel, Michael Nyman, I Beirut, Le Cocorosie, Danny Elfman, Chavela Vargas e chi più ne ha più ne metta!

A quale progetto state lavorando ora? Un nuovo disco?
Sì, stiamo lavorando a un nuovo album che sarà composto quasi interamente di pezzi originali.
Con non poca emozione, possiamo dirvi che ci sono delle etichette interessate, in particolare una di Roma, ma per ora massima discrezione.

Però possiamo anticiparvi che il periodo di uscita del disco sarà autunno 2016. Stay tuned!


Dove possiamo ascoltarvi prossimamente?
"Valse de Meduse Show", per chi non avesse ancora avuto modo di vederlo, andrà in scena sia a Roma che in giro per l'Italia, e a breve sapremo le date e i dettagli.

Poi in primavera uscirà un singolo e ci sarà un grande evento di presentazione al quale sarete caldamente invitati a partecipare!

Ovviamente per sapere tutte le date, i dettagli e le news in tempo reale basta visitare il sito o la pagina Facebook!